venerdì 18 luglio 2014

mozione 5 stelle x Gaza

Invasione di Gaza via terra: il M5S Osimo presenta mozione urgente a sostegno del popolo palestinese


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APTOPIX Mideast Israel Palestinians
OSIMO – Il M5S Osimo ha depositato una mozione urgente a sostegno del popolo palestinese, poche ore prima l’invasione di Gaza via terra:
“Qualcuno fermi questo incubo. Rimanere immobili in silenzio significa sostenere il genocidio in corso. Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo, in ogni città, in ogni piazza, sovrastate le nostre urla di dolore e terrore. C’è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto. Restiamo umani.” Così esortava Vittorio Arrigoni, eroico pacifista italiano attivista per i diritti umani, durante la mattanza di civili palestinesi a Gaza provocata dall’operazione militare “Piombo fuso” scatenata nel dicembre 2008 – gennaio 2009 dall’esercito israeliano. Arrigoni che si schierò in difesa dei palestinesi di Gaza e pagò il suo impegno civile in favore degli ultimi e dei dimenticati con la vita, aveva capito che non si può restare indifferenti né sentirsi impotenti di fronte a queste tragedie provocate da deliberate, ciniche, criminali scelte politiche. Proprio per questo è un preciso dovere di tutti noi intervenire, impegnandoci personalmente in tutte quelle situazioni (ovunque si verifichino nel mondo perché la famiglia umana non ha latitudini né confini), in cui esseri umani inermi – troppo spesso adolescenti e bambini -  sono vittime di violenze, atrocità e oppressione. Di fronte all’escalation di terrore e morte provocata dall’operazione “Confine protettivo” scatenata l’8 luglio 2014 sempre contro gli abitanti della Striscia di Gaza che ricorda purtroppo in tutte le sue forme la famigerata operazione “Piombo fuso”, il Movimento 5 Stelle di Osimo non è rimasto con le mani in mano. Abbiamo presentato una mozione d’urgenza al Consiglio Comunale del 17 luglio in cui oltre a chiedere ovviamente la condanna dei massacri della popolazione palestinese, abbiamo proposto di impegnare l’amministrazione comunale di Osimo in azioni concrete:
David Monticelli e Sara Andreoli, il gruppo consiliare di minoranza dei 5Stelle Osimo
David Monticelli e Sara Andreoli, il gruppo consiliare di minoranza dei 5Stelle Osimo
promuovere raccolta di fondi e/o materiale da destinare ai palestinesi colpiti;
informare e sensibilizzare adeguatamente i cittadini osimani sulla storia e sulle reali dinamiche del conflitto in corso;
organizzare nelle scuole una giornata di conoscenza e consapevolezza sul conflitto israelo-palestinese da ripetere negli anni;
promuovere la figura di Vittorio Arrigoni, un italiano la cui testimonianza di vita rappresenta motivo di orgoglio per tutti noi.
In un mondo in cui bisognerebbe abbattere i muri che ci dividono e che purtroppo continuano ancora ad essere costruiti, ed in cui sarebbe invece necessario creare ponti per unire i popoli e le culture, anche noi ci uniamo al grido di Vittorio Arrigoni: RESTIAMO UMANI!
Movimento 5 Stelle Osimo
Di seguito la nostra mozione presentata in Consiglio Comunale.
MOZIONE DI SOLIDARIETA’ COL POPOLO PALESTINESE
IL CONSIGLIO COMUNALE DI OSIMO
PREMESSO CHE
tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti: essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza, (Art. 1 Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo). E’ pertanto un dovere di tutti intervenire nelle situazioni in cui esseri umani inermi – qualunque sia la loro etnia, il loro credo politico o religioso – sono vittime della violenza, delle atrocità e delle catene dell’oppressione;
la tragica repressione e la violazione dei diritti umani del popolo Palestinese all’interno del conflitto israelo-palestinese, potrebbero produrre in tutti noi una sostanziale indifferenza oppure un senso profondo di dolorosa impotenza, ma di fronte al dramma di questo popolo non possiamo e non dobbiamo permetterci di essere indifferenti né sentirci frustrati e impotenti, perché rimanere immobili in silenzio significa essere complici, mentre mobilitarsi e dare forma concreta alla nostra legittima indignazione significa non far morire nel silenzio la nostra e la loro umanità;
noi italiani siamo tra gli occidentali il popolo geograficamente più vicino al mondo Arabo, al quale siamo legati da secoli di storia, cultura, commerci;
CONSIDERATO CHE
l’odierno dramma del popolo palestinese inizia nel 1948 con la tragedia umanitaria della loro diaspora, la nakba: più del 60% dei palestinesi furono espulsi dalle loro case e dalla loro patria dall’esercito del neo-costituito stato di Israele e furono costretti a rifugiarsi in campi profughi nei paesi limitrofi;
da allora il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha emesso decine e decine di risoluzioni con cui ha condannato o criticato la politica repressiva di Israele nei confronti dei palestinesi, ma tali risoluzioni sono state sempre violate o disattese;
attualmente i palestinesi nel mondo (escludendo gli 1,4 milioni che vivono all’interno dello stato di Israele) sono circa 11 milioni, di cui 3.700.000 nei Territori Palestinesi (Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est) e nella Striscia di Gaza vivono 1.645.000 persone in un territorio di appena 360 kmquadrati, rendendo la Striscia una delle zone più densamente popolate del pianeta;
a partire dal 2007 Gaza è di fatto un’immensa prigione a cielo aperto poiché da allora è sotto assedio delle forze armate israeliane con il tacito assenso dell’Egitto. Differentemente dalla forma più leggera dell’embargo, l’assedio (o blocco), impedisce rigorosamente l’ingresso di persone, merci e prodotti via terra, via aria o via mare, (prima del blocco Gaza riceveva 4.000 generi di merci che si sono ridotte a sole 120). Le conseguenze economiche e sociali dell’assedio sono gravissime: il 75% della popolazione è disoccupata, il 90% delle fabbriche è stato costretto a chiudere (secondo dati forniti dalla Camera di commercio Palestinese), e 36.000 famiglie vivono al di sotto della soglia di povertà (secondo l’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi).  Persino il Programma mondiale per l’alimentazione delle Nazioni Unite (WFP) ha fatto un appello sottolineando che la comunità internazionale dovrebbe avere come priorità la risoluzione della tragedia umanitaria a Gaza;
nel maggio 2010 il Free Gaza Movement, organizzazione internazionale di operatori umanitari, attivisti per i diritti umani  e giornalisti provenienti da tutto il mondo di cui fanno parte anche i premi Nobel per la pace Desmond Tutu e Mairead Corrigan, e il filosofo americano Noam Chomsky, ha organizzato una spedizione denominata Freedom Flotilla che ha tentato di forzare il blocco per portare aiuti umanitari e generi di prima necessità a Gaza, ma con un atto di pirateria da parte della marina militare israeliana le 8 navi della spedizione umanitaria sono state abbordate in acque internazionali e, in seguito all’uccisione di 9 volontari, sono state costrette a cambiare rotta non riuscendo così far giungere a destinazione gli aiuti;
l’operazione militare “Piombo fuso” (27/12/2008 – 18/01/2009) sferrata nella Striscia di Gaza dall’esercito e dalla marina israeliani con raid aerei, incursioni via terra, cannoni dal mare contro la popolazione gazawi ha provocato un massacro: 1.419 palestinesi uccisi, (l’85% erano civili disarmati dei quali il 30% bambini) e più di 5.300 feriti;
l’operazione militare israeliana attualmente in corso, iniziata l’8 luglio 2014 denominata “Protection Edge” (“Confine protettivo”) scatenata anche in questo caso indiscriminatamente contro i civili di Gaza, alla data del 16 luglio ha già provocato 209 morti di cui 24 donne e 39 bambini, ultimi dei quali 4 cuginetti tra i 9 e gli 11 anni uccisi proprio ieri nel porto di Gaza da un missile lanciato da una nave israeliana;
durante “Piombo fuso” l’esercito israeliano fece uso di armi non convenzionali vietate dal diritto internazionale come acclarato successivamente dall’ONU e dall’Osservatorio dei Diritti Umani, tra cui bombe al fosforo bianco ed esplosivi densi a metallo inerte (DIME) che contengono piombo e tungsteno e provocano mutamenti genetici nell’essere umano, oltre ad essere altamente cancerogeni;
Mads Gillbert, medico norvegese volontario presso l’ospedale Shifa (Gaza City) presente nella Striscia anche durante “Piombo fuso”, ha denunciato che quelle stesse armi vietate sono utilizzate anche in questi giorni nell’operazione “Confine protettivo”;
nella Striscia è in corso una grave emergenza umanitaria e sanitaria. Le strutture sanitarie sono in difficoltà con danneggiamenti ad ospedali, cliniche e centri per disabili. Mancano i farmaci salvavita e 470 tipi di materiali sterili e monouso, tra cui aghi, siringhe, cotone, disinfettanti, guanti e soprattutto sacche di sangue per i feriti. L’emergenza è confermata anche dallo staff dell’Unrwa che dichiara oltre 10.000 persone rifugiate presso le loro strutture a causa dei bombardamenti. Mancano i generi di prima necessità, nonché carburante per i generatori elettrici, le ambulanze e i mezzi di trasporto in generale. Più di 390 case sono state completamente rase al suolo, mentre quelle distrutte o fortemente danneggiate sono 10.500 oltre a 36 edifici scolastici;
SI IMPEGNA E IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE
affinché vengano raccolti fondi e/o materiale da destinare per scopi umanitari alla popolazione civile palestinese con particolare riguardo ai bambini, stante la situazione di estrema gravità umanitaria e sanitaria nella Striscia di Gaza;
ad adoperarsi concretamente affinché i cittadini osimani siano adeguatamente informati e sensibilizzati sulle dinamiche del conflitto in atto e sulle condizioni di vita nella Striscia e nei territori occupati, perché solo un cittadino correttamente informato è un cittadino libero;
a promuovere una giornata di conoscenza e consapevolezza sulla questione israelo-palestinese, nelle scuole medie e superiori in modo da informare gli studenti su quanto accade alle popolazioni e in particolare ai loro coetanei di quei luoghi, fornendo loro gli strumenti per permettere il formarsi di un pensiero critico, favorendo il dialogo ed il dibattito fra i ragazzi, utilizzando eventualmente le testimonianze dei giovani palestinesi residenti nella nostra città;
a stigmatizzare la costruzione iniziata nel 2002 e ormai ultimata del cosiddetto “muro della vergogna”, la barriera di700 kmche separa fisicamente e simbolicamente Israele dai territori palestinesi della Cisgiordania, e che segrega non solo il popolo palestinese, ma anche quello israeliano, poiché qualsiasi muro eretto in qualsiasi luogo del mondo è un’umiliazione per la dignità umana e uno sfregio alla naturale volontà dei popoli di vivere in pace, fratellanza e solidarietà;
a promuovere la figura eroica di Vittorio Arrigoni, pacifista e attivista italiano per i diritti umani, che si schierò in difesa dei palestinesi e visse tra loro a Gaza dal 2008 fino al giorno in cui fu assassinato il 15 aprile del 2011. Testimone scomodo, attivista determinato ad andare avanti e a rischiare sulla propria pelle per il riconoscimento ed il rispetto dei diritti umani, Vittorio non ha mai smesso di lottare per un diritto fondamentale: la libertà di sostenere gli ultimi e i dimenticati.

martedì 15 luglio 2014

Stanno con i frati...

Stanno coi frati ma non zappano l’orto
…perché è troppo faticoso cercare una soluzione nel pubblico e tanto le liste civiche che la sinistra sistemica alleata dei renziani  stanno confermando su una questione forse non così prioritaria, ma di valenza simbolica, affettiva ed anche patrimoniale ragguardevole, quanto abbiamo sostenuto al ballottaggio (coerentemente, a differenza di altri); e cioè che Latini e Pugnaloni sono espressione di uno stesso sistema, almeno fino a che  (e se) Spacca si smarcherà dal Pd per le regionali. Non abbiamo niente contro i frati, i quali hanno spesso sopperito alle lacune delle passate amministrazioni in fatto di spazi pubblici centrali destinati ad iniziative politiche culturali, soprattutto se non omologate, concedendo democraticamente la disponibilità delle loro strutture, ma cedere la proprietà di uno stabile pubblico ad una parte, per quanto chiamata e finanziata sistematicamente per sostituirsi allo stato liberista in molti servizi basilari, ci trova fermamente contrari. Non ci sorprendiamo che i fautori della cosiddetta integrazione pubblico-privato  prevedano tale soluzione, anche se in questo caso, se abbiamo capito bene, al pubblico resterebbe una temporanea convenzione ed al privato  uno dei pochi immobili della città  destinati a valorizzarsi. Ci stupiremmo invece se alcuni sinistri ‘radical’ avallassero tali operazioni in cambio di qualche filmino da vedersi in compagnia. Se lasciamo passare il principio che in cambio del servizio si deve privatizzare, perché ci si oppone agli ospedali della provvidenza di Latini? od alle cessioni di Eni, Poste, Enel, da ultimo Alitalia? Renzi cede ai musulmani per mantenere qualcosa di una compagnia aerea e qualche migliaio di posti di lavoro (ed altrettanti in perdita con la cassa integrazione a rischio), Pugnaloni cede ai francescani per far cassa ed accontentare il numerosissimo elettorato cinefilo.