5 IDEE A 5 STELLE
SOSTENERE L’AGRICOLTURA
FAMILIARE, per la protezione del territorio, la biodiversità
e la sovranità alimentare, dicendo no all’agricoltura industriale
che consuma la terra, usa veleni e sfrutta i lavoratori. Lo stato
deve aiutare le famiglie che vogliono coltivare la terra con
servizi come l’aratura con trattori pubblici e con corsi gratuiti.
Chi possiede una casa o una villa isolata in campagna e non
coltiva, avrà l’immobile e il terreno espropriati. Gli agricoltori
familiari riceveranno anche incentivi affinché partecipino a
filiere economiche corte (dal produttore al consumatore), mentre
per i centri commerciali ci saranno più tasse.
AIUTARE LE PICCOLE IMPRESE,
la spina dorsale dell’economia italiana, quelle che (in barba a
chi parla di nanismo) fanno più ricerca e producono brevetti (enti
pubblici e università solo il 2,5%, persone fisiche il 10,5%, il
resto imprese dove eccellono le piccole nella green economy), quelle
che non rubano i soldi allo stato e poi dislocano, quelle che non
possiedono mass-media e si creano lobby politiche a proprio uso e
consumo, quelle che indipendentemente dal fatto che esportano o no
producono materiali di qualità, frutti di esperienze
plurigenerazionali artigiane, senza compromettersi in giochetti di
alta finanza.
TASSA PATRIMONIALE “ROBIN HOOD”, ben
proporzionata. Secondo il rapporto più aggiornato della Banca
d’Italia, nel nostro Paese il 10% delle famiglie più ricche
possiede oltre il 40% dell’intero ammontare della ricchezza netta
(stimata in 9000 miliardi circa, più di 4 volte il debito pubblico
con i 10 individui più ricchi che posseggono quanto i 3.000.000 di
italiani più poveri). In Italia i milionari hanno suddiviso i
propri patrimoni tra immobili (29%) e investimenti a reddito fisso
(22,1%). Tra gli interessi dei super ricchi, ci sono gioielli,
pietre preziose e orologi, poi l’arte, automobili, imbarcazioni e
vari oggetti di lusso da collezione. Si potrebbero ricavare una tantum almeno 1.000
miliardi di euro, rimanendo questo 10% sempre molto ricco.
NAZIONALIZZAZIONE DELLE
BANCHE, di tutte le banche che vogliono avere sportelli in
Italia, senza regalare un centesimo ad azionisti, obbligazionisti
e correntisti delle banche in difficoltà. Inchiesta governativa
sui rapporti con i politici delle persone fisiche italiane e
straniere creditrici del debito pubblico nazionale e azioniste di
banche e holding finanziarie (nel 1995 il 90% del debito pubblico
era nelle mani di investitori italiani, ora il 56% è nelle mani di
soggetti esteri e gli interessi annuali sono saliti a circa 90
miliardi di euro). Modifica della Costituzione con articolo che
impedisce la cessione di opere d’arte e di architettura del
Belpaese a creditori stranieri.
USCITA DALL’EURO, con
ritorno alla Lira e più competitività italiana sui mercati esteri;
con abolizione del famigerato patto di stabilità e
riorganizzazione dei servizi sociali dei Comuni, nonché sovranità
monetaria nazionale e autonomia decisionale che ci ricondurrebbe
liberamente e in maniera corretta a più spesa pubblica che
significa maggiore occupazione e produzione. Liberi di puntare
sulle energie rinnovabili (solare, fotovoltaico, eolico,
geotermia) diminuendo le importazioni di idrocarburi fossili e di
energia elettrica. Da tenere bene a mente che il feticcio PIL
(prodotto interno lordo) aumenta quando ognuno di noi è fermo al
semaforo con il motore acceso o quando è ricoverato in ospedale,
ma non quando facciamo buone azioni di volontariato.