Oggi
ad Osimo sono state commemorate le vittime delle Foibe da parte del
sindaco Simoncini e della sua giunta. A parte che sarebbe più
opportuno, visti i tempi, commemorare le vittime sul lavoro e le
vittime da suicidio per mancanza di lavoro, ci verrebbe da dire
perché non commemorare contemporaneamente anche le vittime slave da
parte dei fascisti italiani per par condicio. Qualcuno ci potrebbe
rispondere perché ognuno commemora i morti di casa propria, ma allora
estremizzando questo concetto potremmo replicare dicendo un bel che ce
ne frega a noi osimani (senza testa) degli istriani per esempio. Ma a
parte questi tecnicismi, quel che più ci importa ribadire è il punto di
vista storico riportando al centro della questione la verità storica.
Innanzitutto le vittime documentate delle foibe sono circa 700 di cui
in gran parte militi repubblichini, poi non si sa sulla base di quali
studi e ricerche che abbiano un qualche valore riconosciuto si stimano
siano molte di più ed il numero viene magicamente decuplicato. In
questo paese, oggi, mandiamo in onda migliaia di film sulle atrocità
commesse dai cattivi nazisti tedeschi ed i loro campi di concentramento
e sterminio, mentre ben poco si sa su quelli italiani opportunamente
cancellati mediaticamente (http://www.linkiesta.it/lager-italiani),
così come i fascisti italiani oggi vengono disegnati come succubi del
potente alleato loro malgrado. Allora sarà bene ricordare i metodi che i
fascisti italiani utilizzavano quando andavano alla conquista dell’
Etiopia piuttosto che della Jugoslavia e che prevedevano stupri etnici,
l’uccisione di donne e bambini, il taglio della testa del nemico da
esibire come trofeo con tanto di foto ricordo. Se si ricorda questo,
poi si capisce anche perché a guerra conclusa i vincitori si presero
qualche brutta rivalsa sui vinti. Simoncini e la sua giunta hanno tutto
il diritto di commemorare dei morti ricordando però le responsabilità
in tutto ciò dei fascisti italiani. Rifondazione Comunista preferisce
commemorare le attualissime vittime sul lavoro, intese come morti vere o
come uscita dal mondo del lavoro stesso ed invita i cittadini osimani a
fare altrettanto ed ad unirsi ai comunisti nel lottare contro questi
eventi che non sono inevitabili, ma sono frutto delle scelte politiche
dei governi nazionali degli ultimi 30 anni ma anche delle scelte
politiche delle istituzioni locali, dal governo regionale di Spacca per
finire ai sindaci.
Partito della Rifondazione Comunista, circolo
“Wilfredo Caimmi” di Osimo
Nessun commento:
Posta un commento