lunedì 24 febbraio 2014

contriburo di Roberto Mosca

5 IDEE A 5 STELLE
SOSTENERE L’AGRICOLTURA FAMILIARE, per la protezione del territorio, la biodiversità e la sovranità alimentare, dicendo no all’agricoltura industriale che consuma la terra, usa veleni e sfrutta i lavoratori. Lo stato deve aiutare le famiglie che vogliono coltivare la terra con servizi come l’aratura con trattori pubblici e con corsi gratuiti. Chi possiede una casa o una villa isolata in campagna e non coltiva, avrà l’immobile e il terreno espropriati. Gli agricoltori familiari riceveranno anche incentivi affinché partecipino a filiere economiche corte (dal produttore al consumatore), mentre per i centri commerciali ci saranno più tasse.
AIUTARE LE PICCOLE IMPRESE, la spina dorsale dell’economia italiana, quelle che (in barba a chi parla di nanismo) fanno più ricerca e producono brevetti (enti pubblici e università solo il 2,5%, persone fisiche il 10,5%, il resto imprese dove eccellono le piccole nella green economy), quelle che non rubano i soldi allo stato e poi dislocano, quelle che non possiedono mass-media e si creano lobby politiche a proprio uso e consumo, quelle che indipendentemente dal fatto che esportano o no producono materiali di qualità, frutti di esperienze plurigenerazionali artigiane, senza compromettersi in giochetti di alta finanza.
TASSA PATRIMONIALE “ROBIN HOOD”, ben proporzionata. Secondo il rapporto più aggiornato della Banca d’Italia, nel nostro Paese il 10% delle famiglie più ricche possiede oltre il 40% dell’intero ammontare della ricchezza netta (stimata in 9000 miliardi circa, più di 4 volte il debito pubblico con i 10 individui più ricchi che posseggono quanto i 3.000.000 di italiani più poveri). In Italia i milionari hanno suddiviso i propri patrimoni tra immobili (29%) e investimenti a reddito fisso (22,1%). Tra gli interessi dei super ricchi, ci sono gioielli, pietre preziose e orologi, poi l’arte, automobili, imbarcazioni e vari oggetti di lusso da collezione. Si potrebbero ricavare una tantum almeno 1.000 miliardi di euro, rimanendo questo 10% sempre molto ricco.
NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE, di tutte le banche che vogliono avere sportelli in Italia, senza regalare un centesimo ad azionisti, obbligazionisti e correntisti delle banche in difficoltà. Inchiesta governativa sui rapporti con i politici delle persone fisiche italiane e straniere creditrici del debito pubblico nazionale e azioniste di banche e holding finanziarie (nel 1995 il 90% del debito pubblico era nelle mani di investitori italiani, ora il 56% è nelle mani di soggetti esteri e gli interessi annuali sono saliti a circa 90 miliardi di euro). Modifica della Costituzione con articolo che impedisce la cessione di opere d’arte e di architettura del Belpaese a creditori stranieri.
USCITA DALL’EURO, con ritorno alla Lira e più competitività italiana sui mercati esteri; con abolizione del famigerato patto di stabilità e riorganizzazione dei servizi sociali dei Comuni, nonché sovranità monetaria nazionale e autonomia decisionale che ci ricondurrebbe liberamente e in maniera corretta a più spesa pubblica che significa maggiore occupazione e produzione. Liberi di puntare sulle energie rinnovabili (solare, fotovoltaico, eolico, geotermia) diminuendo le importazioni di idrocarburi fossili e di energia elettrica. Da tenere bene a mente che il feticcio PIL (prodotto interno lordo) aumenta quando ognuno di noi è fermo al semaforo con il motore acceso o quando è ricoverato in ospedale, ma non quando facciamo buone azioni di volontariato.

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