Abbiamo chiarito che la questione fondamentale da ribadire
sulla vicenda del Cinema Concerto è legata all’ennesima svendita al privato di
un bene pubblico, per quanto nel caso il privato in questione è sovente
chiamato a svolgere un ruolo pubblico per mancanze di uno stato che abdica da
decenni alle politiche di welfare. Sulla svendita non c’è dubbio, visto che
siamo passati da una valutazione di 1.200.000 euri a 400.000 circa con
possibilità di edificare un’altro piano. Tuttavia lo zelo con cui alcuni amici
di destra, di grillo e di sinistra si spendono per difendere il cinema, quasi
non avessero altro da pensare, meriterebbe miglior causa, tipo la recezione
dello sblocca Italia che strizza l’occhio ad ulteriori cementificazioni, tipo
la ulteriore privatizzazione delle società partecipate, tipo l’ospedale che ci
scordiamo, tipo i distacchi delle utenze e dell’acqua che la sinistra in giunta
aveva spergiurato di contrastare, promettendo di ripubblicizzarle…. Di fronte a
questo, la mancata parola sul cinema risulta addirittura un peccato veniale, da
addebitare più che altro all’ingenuità dei creduloni votanti e militanti. Detto
questo troviamo che il cinismo con il quale i buontemponi in giunta si
ammantano dietro le pratiche burocratiche per esigere fidejussoni e condizioni improponibili
meritino altrettanto umorismo da parte di quanti hanno richiesto di aprire i
locali per un giorno alla cittadinanza. Qualcosa di simile era stata chiesta a
noi dalle Civiche quando spostammo il festival Pugno Chiuso a Campocavallo,
allora pretendevano una fidejussione di 50.000 o giù di lì, poi la risolvemmo
con la promessa di grossi casini ed una normale polizza assicurativa temporanea.
Gli amici del cinema comincino a divertirsi un po’ anche loro, soprattutto
verso quanti hanno votato, visto che ci sono altri immobili in via di svendita e sono alle porte le
elezioni regionali.
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